“La donna più vecchia del mondo”, come la definisce Richard Deacon e W.O.V.!, è il nomignolo che Jason Rhoades le ha dato. Una minuta e imponente “antica signora” in pietra, da sempre fonte di grande interesse rispetto all’origine dell’espressione plastica.

L’esplicita connessione con il tema della fertilità -enfatizzata ironicamente dal titolo “…a big project…”- più che riferirsi alla condizione del femminile, esprime assieme sia il senso di amore per la vita sia la sua impotenza, mettendo in luce il tema del destino dell’umanità. Ecco che, collocando al centro del lavoro l’origine della creazione scolpita in un tubero, ho cercato di giocato con la polisemia che circonda il tema primario della “grande madre”.

L’installazione intitolata “To Willendorf a big project” si articola in una serie di cilindri di rame, sui quali sono state collocate forme circolari in Velcro, le quali sostengono, a loro volta, fragili figure femminili scolpite in materiale organico.

Le piccole sculture centrali, piccole al punto di stare nel palmo di una mano, hanno un carattere emotivo, legato al senso di tenerezza e di perdita. Tagliandole ho fatto grande attenzione a rispettarne le rotondità, lasciandole poi seccare sino a farle avvizzire, permettendo al tempo di intervenire su di loro.

Queste veneri rivisitate sono simbolo di protezione della vita, aspirazione al raggiungimento del senso dell’origine stessa. Sono il tentativo di scolpire la madre.

Silvia Vendramel